Formazione e convention aziendali
“Lezioni di marketing romagnolo” di Paolo Cevoli: i valori di Sboronaggine, Ignorantezza e Patacchismo
In Italia “Serendipity” si traduce “a cazzo”
e lo “Storytelling” diventa “Sparacazzating”
Riccione, ‒ “bassa Italia” ‒ anni del boom economico: papà Luciano “fa una cambiale per comprare le cambiali da pagare” e nasce la Pensione Cinzia e subito dopo Paolo Cevoli “dell’etnia dei figli di albergatori”.
E questa è la loro storia scandita da foto in bianco e nero, ma anche un’analisi socio-antropologica della Romagna che si intreccia ai più moderni e sofisticati concetti di marketing.
Così, partendo dalle ‘slaids’ con un grafico qualunque ma in erezione per provocare ottimismo, viene subito rivelato cosa serve per fare marketing: fare lo sborone e ingenerare confusione mentale!
E infatti i valori su cui si fonda la Romagna sono Sboronaggine, Ignorantezza, Patacchismo e l’esempio più illustre è Cristoforo Colombo che ha fatto foundraising con Isabella e con novanta marinai stagisti è arrivato in America solo perché ha sbagliato a fare i conti.
E dopo aver confidato che l’unico social che frequenta è Linkedin con il titolo di PAFS (acronimo di Professional Air Fried Seller ossia Venditore professionale di aria fritta) passa a raccontare le tappe della sua vita: dalla nascita nella Pensione Cinzia dove il padre Luciano con master in logistica riesce a incastrare i clienti nelle camere come in un tetris, alla sua personalissima alternanza scuola-lavoro: dopo la quinta elementare gli hanno dato due piatti in mano e un calcio in culo.
Ma questo ‘trening’ è stato fondamentale visto che il cameriere è l’evoluzione del servo (la cui evoluzione oggi è lo stagista pagato con buoni pasto) e proprio da lui Plauto fa nascere la commedia.
Di risata in risata viene descritto il ‘target grup’ con foto originali d’epoca: il tedesco con divisa d’ordinanza data al Brennero che fa fatica con gli abbinamenti (due cose belle e buone che insieme diventano orrende tipo sandalo&calzino o maionese&fragole); il puttaniere, la cui divisa d’ordinanza è invece catena d’oro incastrata nel pelo, sguardo spermatico, borsello e panza, che sverna nel pub e rinvigorisce le donne emaciate e dopo il disastro della “maciullagine” i nonni che arrivano in corriera per la “stagione mortuaria”.
E mentre le foto diventano a colori ecco le dritte sulla ‘locascion’: divanetti in simil pelle (per facilitare il ‘tarn over’), barometro rotto sul beltempo (per generare l’ottimismo di cui si era parlato all’inizio), un cactus per evitare di far appoggiare il cliente (perché si sa, per definizione “il cliente rompe i coglioni”) al bancone fino all’idea geniale: locandina per la gita motonave al largo di un mar Adriatico piatto dove non c’è niente da vedere con annesso gruppo di liscio.
Tutte esperienze fondamentali sia per il lavoro al Grand Hotel (quello di Fellini) che nei fast food Italy&Italy e Piadina & Music Show mentre inizia a fare cabaret (arriva terzo al Concorso per giovani comici “La Zanzara d’Oro” e partecipa alla trasmissione “Su la Testa” con Paolo Rossi) fino ad approdare a Zelig nel 2002 con l’Assessore Cangini Palmiro ‒ assessore alle attività varie ed eventuali del Comune di Roncofritto ‒ e girare un film (anzi come ha scritto qualcuno “due film in uno: il primo e l’ultimo”) “Soldato Semplice” sul nonno, ateo ed antinterventista, alpino nella Prima Guerra Mondiale.
E visto che per ridere anche quando le cose vanno male bisogna avere i maroni, porterà il film nei campi profughi siriani in Libano perché la vera essenza del teatro è far riaccadere persone e luoghi e svelare il segreto per vivere bene: volare leggeri.