recital cabaret
Nato in una famiglia piccolo borghese (il padre è stato un sindacalista, segretario della Camera del Lavoro di Parma), da giovane è attaccatissimo alla sua terra ed alla sua cittadina, rispetto alla quale coltiva un forte senso di appartenenza ed identità (anche con accese rivalità con le "sorelle nobili" Parma e Salsomaggiore Terme) condito dalla inimitabile "erre fidentina", marchio-doc del vero borghigiano. Dopo la laurea in Giurisprudenza si divide con eguale insuccesso tra la carriera di avvocato ("Avevo solo tre clienti e quando uno dei tre è morto ho capito che forse quella lì non era la mia carriera...", chioserà molti anni più tardi) e quella di aspirante-rocker nel gruppo I Desmodromici (dove la sua totale inabilità con gli strumenti musicali lo porta per forza di cose a cimentarsi come frointaman e voce solista). Le lunghe e surreali introduzioni ad ogni pezzo, in cui si cimenta nel tentativo di carpire la simpatia del pubblico così che sorvoli sul suo approssimativo talento canoro, portano il pubblico stesso a rivolgergli nel dialetto locale inviti più o meno diretti ad indirizzarsi preferibilmente sulla carriera dell'attore comico. Il giovane Ghiozzi raccoglie l'invito e, nei primi anni 80, in tenuta demenzial-casual (giacca argentata su pantaloncini corti e ingiustificato arco in mano) comincia a calcare l'allora ancora poco noto palco dello Zelig di Milano dove esordisce col tormentone del "maiale che salta nel cerchio di fuoco" ("È un numero che mi hanno impedito di fare perché hanno detto che poi il maiale sporca, nelle prime file c'è della gente vestita bene... Adesso vi vedo come siete vestiti, il numero lo potevo fare benissimo... A parte che ve lo immaginate venir su da Fidenza con un maiale in macchina che si innervosisce e vuol guidare lui?"). Dopo alcune apparizioni come "comico emergente" al Maurizio Costanzo Show (dove prima elettrizza il pubblico dicendo che verrà sorteggiato un ricco premio, poi lo terrorizza proseguendo che l'estrazione del fortunato avverrà attraverso una biglia metallica fiondata alla cieca in platea), Gnocchi viene selezionato per lo show Emilio (1989), concepito e sponsorizzato dalla Gialappa's Band e condotto da Teo Teocoli, dove si propone come il più improbabile degli inviati speciali a bordo di una mongolfiera (imperdibile un fuori onda riproposto nella trasmissione Paperissima di qualche anno più tardi in cui, mentre la mongolfiera impazzita continua a salire e scendere, Gnocchi si maledice per le sue velleità artistiche e supplica di rimandarlo a casa dai suoi bambini). Nello stesso periodo, al Gioco dei 9 allora condotto da Raimondo Vianello rischierà la querela da Nilla Pizzi ("Nilla, mi sai spiegare il significato del proverbio Gallina vecchia fa buon brodo?") e da Rita dalla Chiesa ("È vero che ti sei innamorata di Frizzi quando gli hai visto aiutare una vecchietta ad attraversare la strada?"). Molti anni più tardi, del resto, manderà in confusione star internazionali ospiti di Quelli che il calcio chiedendo loro se avevano trovato traffico in tangenziale o se conoscevano gruppi musicali ignoti ai piu'. Successivamente formerà una affiatata coppia artistica con Teo Teocoli (tanto adrenalinico e incontenibile il comico milanese quanto compassato e flemmatico lui) prima nella sit-com ante-litteram I vicini di casa e poi nelle trasmissioni della Gialappa's, dove Gnocchi creerà l'inviato bergamasco, più precisamente di Costa Volpino, Ermes Rubagotti che farà esprimere in un dialetto parmense lombardizzato, col tormentone minimalista "E alùra?" che risuonerà a lungo anche nelle migliori famiglie.